Sì! Finalmente ci siamo riusciti.
Siamo tornati liberi, spensierati e senza figli. Come quando ci siamo
conosciuti. Come la prima volta. Abbiamo lasciato le bimbe da mia
suocera. Gliele abbiamo rifilate con una sapiente strategia di
incastri. E' una sensazione strana. Quasi da ladri. E pensare che ce
l'ha detto anche quella psicoterapeuta amica di mio fratello. A cena,
qualche tempo fa. Disse ai genitori presenti di concedersi una serata da soli, obbligatoriamente, almeno una volta ogni tanto.
Eppure ci sentiamo così. Quasi imbarazzati. Bambini con la
coscienza sporca. Respiriamo quest'aria umida a tre gradi che ci
promette grandi cose. Il mondo è nostro. A che ora era lo
spettacolo? Alle 21.00. Perfetto. Teatro eccoci, stiamo arrivando!
Dinanzi al cancello chiuso subito mi insospettisco. Un deserto
silenzioso. C'è solo un gatto seduto che ci guarda come una piccola
sfinge. Comincio a smanettare nervosamente sul telefonino. - No! Lo
sapevo! Non era per oggi. Era domani! Per forza, devi fare cento
cose tutte assieme, è normale che vai in confusione – esclamo ad alta voce tentando di
giustificare me stesso, ma è inutile. Oramai è fatta. Poco male.
Anzi meglio. Sarà una serata ancora più intima. Alzo gli occhi al
cielo.
- Visto che luna? La serata è ancora
nostra.
- Ma veramente non vedo niente?
- Per forza, con questa nebbia si è
messa l'impermeabile. Lascia stare. Piuttosto andiamo a casa. Una
bella seratina romantica tutta per noi ce la meritiamo proprio.
Annuisce con aria poco convinta.
A casa finalmente.
C'è un silenzio bellissimo. Senza
capricci, pianti, nasi gocciolanti, hai fatto i compiti, basta
cartoni, finite di mangiare prima di alzarvi, mettete a posto i
giocattoli, giù dal divano che vi fate male.
Dopo pochi minuti quell'assenza di
suoni diventa quasi spettrale, inquietante. Nella cucina silenzio. Il
salone una tomba. La stanza delle bambine è il colpo di grazia.
Sembra un cucciolo senza voce. Sento l'ansia che comincia a montare
irrefrenabile, mentre lei mi guarda con occhi smarriti. Simulo
tranquillità e trovo addirittura il coraggio di dire: - che
meraviglia di serata - tutto inutile, oramai. Dall'altra parte
della stanza la sento già al telefono che si informa sotto voce: -
allora? che fanno? - e nel frattempo rimango immobile, stordito da
questa calma piatta, rimuginando un unico pensiero come un tarlo: -
mò quasi quasi vado e me le riprendo -
(23.02.13)
Hai trovato una cifra stilistica originale... Inizio a ridere già dalle prime parole... Un Fantozzi più sobrio... Mi piace molto quel sentirsi ladri... E' perfetta come similitudine.
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