sabato 23 febbraio 2013

Una serata romantica

Sì! Finalmente ci siamo riusciti. Siamo tornati liberi, spensierati e senza figli. Come quando ci siamo conosciuti. Come la prima volta. Abbiamo lasciato le bimbe da mia suocera. Gliele abbiamo rifilate con una sapiente strategia di incastri. E' una sensazione strana. Quasi da ladri. E pensare che ce l'ha detto anche quella psicoterapeuta amica di mio fratello. A cena, qualche tempo fa. Disse ai genitori presenti di concedersi  una serata da soli, obbligatoriamente, almeno una volta ogni tanto. Eppure ci sentiamo così. Quasi imbarazzati. Bambini con la coscienza sporca. Respiriamo quest'aria umida a tre gradi che ci promette grandi cose. Il mondo è nostro. A che ora era lo spettacolo? Alle 21.00. Perfetto. Teatro eccoci, stiamo arrivando! Dinanzi al cancello chiuso subito mi insospettisco. Un deserto silenzioso. C'è solo un gatto seduto che ci guarda come una piccola sfinge. Comincio a smanettare nervosamente sul telefonino. - No! Lo sapevo! Non era per oggi. Era domani! Per forza, devi fare cento cose tutte assieme, è normale che vai in confusione – esclamo ad alta voce tentando di giustificare me stesso, ma è inutile. Oramai è fatta. Poco male. Anzi meglio. Sarà una serata ancora più intima. Alzo gli occhi al cielo.
- Visto che luna? La serata è ancora nostra.
- Ma veramente non vedo niente?
- Per forza, con questa nebbia si è messa l'impermeabile. Lascia stare. Piuttosto andiamo a casa. Una bella seratina romantica tutta per noi ce la meritiamo proprio.
Annuisce con aria poco convinta.
A casa finalmente.
C'è un silenzio bellissimo. Senza capricci, pianti, nasi gocciolanti, hai fatto i compiti, basta cartoni, finite di mangiare prima di alzarvi, mettete a posto i giocattoli, giù dal divano che vi fate male.
Dopo pochi minuti quell'assenza di suoni diventa quasi spettrale, inquietante. Nella cucina silenzio. Il salone una tomba. La stanza delle bambine è il colpo di grazia. Sembra un cucciolo senza voce. Sento l'ansia che comincia a montare irrefrenabile, mentre lei mi guarda con occhi smarriti. Simulo tranquillità e trovo addirittura il coraggio di dire: - che meraviglia di serata - tutto inutile, oramai. Dall'altra parte della stanza la sento già al telefono che si informa sotto voce: - allora? che fanno? - e nel frattempo rimango immobile, stordito da questa calma piatta, rimuginando un unico pensiero come un tarlo: -  quasi quasi vado e me le riprendo -
(23.02.13)

1 commento:

  1. Hai trovato una cifra stilistica originale... Inizio a ridere già dalle prime parole... Un Fantozzi più sobrio... Mi piace molto quel sentirsi ladri... E' perfetta come similitudine.

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