(11.11.12)
venerdì 8 febbraio 2013
Benedetta
Benedetta ha 2
anni ma parla a lingua sciolta come se ne avesse 22. Ripete tutto con
una dizione perfetta. La pediatra è rimasta a bocca aperta. La sua
favella non si intimorisce neanche di fronte al dialetto stretto.
E' una garanzia di imitazione. Non ne parliamo con le parolacce. Guai
a lasciarsi andare. Le registra perfettamente e le spiattella alla
grande, alla prima occasione che, come sempre capita,
è quella meno opportuna. Mio fratello, padre sensibile
all'educazione, all'evenienza è preparato. Sa come comportarsi.
Quando la bambina sputa fuori la parolaccia, la parola d'ordine è
far finta di niente, far finta di non aver sentito. Minimizzare. La
bambina non avvertirà il gusto del proibito e tutto si risolverà in
una bolla di sapone. Se se. E così Benedetta, dall'alto dei suoi due
anni, mentre era seduta sul divano accanto al papà ha detto un bel
- cazzo! - Mio fratello è scantato ma, presente a se
stesso, ha simulato indifferenza totale. Un self control invidiabile.
Benedetta a questo punto non si è persa d'animo: - Papà, ho detto
cazzo! - mio fratello ha deglutito, ma ha tenuto duro, silenzio, e
occhi incollati al televisore. Cercava di ignorarla. Benedetta allora
è partita all'assalto finale: - Papà, ho detto cazzo! Papà ho detto
cazzo! Papa ho detto cazzo! Papa ho detto cazzo! - mio fratello dopo
il sesto cazzo ha avuto un tracollo, si è girato
inferocito: - Zitta! Silenzio! Non ti permettere più! Basta! Cazzo lo dico io! Io ti ho fatto e io di distruggo! Vieni qua,
non scappare! Se ti prendo! - Nel frattempo Benedetta, bella di zio,
era già schizzata dal divano ridendo a più non posso.
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