venerdì 8 febbraio 2013

Ho rivisto il duomo

Dal mio studio ho divorato a piedi il corso, volevo tirare dritto verso corso Dante, ed anticiparmi per un appuntamento, invece mi sono fermato, quasi sull'attenti, dinanzi al duomo che sembrava un ventaglio d'avorio. Ho seguito il profilo del campanile e le sue pietre che formavano una scacchiera di perla. Sulla facciata il marmo era un'altalena di sfumature e tra le arcate, più innanzi alle formelle della janua maior, ho notato la cornice della porta principale fatta di arabeschi. Mi sono ricordato di Granada, Siviglia, Cordoba, Cadiz, Gibilterra e di quel giro andaluso fatto con una vecchia auto tra frammenti barocchi, jamon iberico e coppe di vino rosso. Sulle sei arcate più sopra tutto era dorato dalla luce ocra dei lampioni. Gli stessi riflessi di quando da piccolo un pomeriggio di inverno ci entrai con mamma. Quasi piangemmo io e mio fratello per il buio e un organo che zufolava tetro. Mamma ci guardò, e onde evitare il peggio, ci disse: -va beh usciamo, tanto con voi non si può fare niente -  Poi, fuori dalla chiesa ci comprò un pezzo di pizza e passammo in un attimo dalle lacrime al sorriso. Ho guardato l'orologio ed ho alzato lo sguardo verso corso Dante e la basilica della Madonna della Grazie che sembrava sorridere in penombra. Ho sospirato e mi sono detto: -ho fatto tardi - Per fortuna.
(07.11.12)

Nessun commento:

Posta un commento