venerdì 8 febbraio 2013

Udienza a Vitulano

Come ti riconosco città mia. Quando d'inverno cali la nebbia come un drappo da teatro e chiudi il sipario. Stratifichi nubi opache. Stamattina Vitulano sembrava la val padana. Il ponte della fondo valle era come sospeso sulle nuvole. Il fiume sonnecchiava e le cime rugginose dei faggi sbucavano da un placido prato di ovatta. Lungo la strada, appena oltre la cunette, si intravedevano lembi di zolle fumosi. Più dentro era solo nebbia. Quasi una cortina bianca. Impenetrabile. Ai margini della via spuntavano scheletri di ulivi e tralicci di viti con foglie giallo cadmio, rame, arancio. 
Quando sono arrivato c'era un sole timido. Il paese stava seduto ai piedi dei monti. Si vedevano il Camposauro e i cipressi sparsi lungo le pareti della montagna. La nebbia osservata dalla parte più alta del paese sembrava un immenso cratere di fumarole.
Sono entrato nell'ufficio lasciando davanti l'entrata due cani anziani sdraiati sull'asfalto. Dentro invece c'erano quattro gatti, compreso avvocati, giudice e cancelliere.
Quasi tutti rinvii. L'udienza, a dispetto della nebbia, si è diradata in un soffio.
(27.11.12)

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