Come ti riconosco
città mia. Quando d'inverno cali la nebbia come un drappo da teatro
e chiudi il sipario. Stratifichi nubi opache. Stamattina Vitulano
sembrava la val padana. Il ponte della fondo valle era come sospeso
sulle nuvole. Il fiume sonnecchiava e le cime rugginose dei faggi
sbucavano da un placido prato di ovatta. Lungo la strada, appena
oltre la cunette, si intravedevano lembi di zolle
fumosi. Più dentro era solo nebbia. Quasi una cortina bianca.
Impenetrabile. Ai margini della via spuntavano scheletri di ulivi e tralicci di viti con foglie giallo cadmio, rame,
arancio.
Quando sono arrivato c'era un sole timido. Il paese stava
seduto ai piedi dei monti. Si vedevano il Camposauro e i cipressi
sparsi lungo le pareti della montagna. La nebbia osservata dalla
parte più alta del paese sembrava un immenso cratere di fumarole.
Sono
entrato nell'ufficio lasciando davanti l'entrata due cani anziani
sdraiati sull'asfalto. Dentro invece c'erano quattro gatti, compreso
avvocati, giudice e cancelliere.
Quasi
tutti rinvii. L'udienza, a dispetto della nebbia, si è diradata in
un soffio.
(27.11.12)
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