venerdì 8 febbraio 2013

Chiara e la matematica

La mattina accompagno Chiaretta a scuola e nel breve tragitto provo a recuperare un dialogo che oramai è già ridotto al lumicino.
Procediamo a piedi penetrando la nebbia che sembra ovatta. Mano nella mano. Lei una farfallina puntigliosa di quasi sette anni. Io con la mia barba perenne ed il suo zaino sulla spalla che pesa come un sacchetto di cemento. 
- Chiaretta hai fatto i compiti ieri? - tento di attaccare bottone con tono dolce.
- Si Papà, ho fatto matematica. La matematica tu non lo sai, vero?
Rallento con la sensazione che un rivolo di sudore mi stia solcando la fronte nonostante la temperatura sia intorno ai 5 gradi.
- Amore scusa, perchè dici che Papà non sa la matematica?
- Me l'ha detto mamma - replica con tono serafico e crudele.
Mi giro un attimo verso i balconi di casa mezzi inghiottiti dalla nebbia e dentro mi arrovello e penso: "ma tu vedi a questa come mi sputtana".
- Amore ma non è vero! - cerco di farle cambiare opinione leggermente infastidito.
- Papà, che vuoi dire? Che mamma dice bugie?
- No amore, non dico questo, - mi giustifico mentre le gocce di sudore si moltiplicano sulla fronte - è solo che mamma forse voleva dire che lei... dopotutto... vedi...
Mentre mi arrampico sugli specchi e faccio mentalmente il conto alla rovescia dei passi che ancora ci dividono dall'entrata della scuola, Chiaretta mi fissa severa.
Alla fine getto la spugna: - Va bè amore Papà la matematica non lo sa, perciò tu imparala bene cosi poi gliela insegni. -
Lei soddisfatta cambia espressione. Arriviamo dinanzi all'entrata. Non faccio in tempo a metterle sulle spalle lo zaino da rocciatore, che parte a razzo. A metà gradinata proprio dinanzi all'uscio si gira e mi regala un sorriso orfano di tutti i denti davanti che sembra bucare la nebbia come un raggio di sole.
(19.01.13)

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