giovedì 7 febbraio 2013

Non si va in galera solo per estorsione

Dinanzi al giudice c'è il solito fermento, gente in piedi, gli avvocati al banco di difesa, i fascicoli caduti come foglie sul tavolo del vpo; speriamo che mi chiama, magari mi avvicino... posso Presidente? Niente da fare, segue il turno, bisogna aspettare. Anche se alla fine qualcuno si infila sempre, pure questa è arte, ad ognuno la sua c'è poco da fare. Così mentre guardo l'orologio e penso a quello che ho letto al terzo piano, ai frammenti antichi detti spolia, e finalmente do il nome a certi resti di Benevento che adoro, si chiama un processo, quello che si è infilato... e mentre continuo il mio viaggio e mi estraneo ancora,  senza volerlo sento i pensieri dissolversi e cedere il passo alla voce dell'aula, dei testimoni, degli avvocati, del giudice... mi concentro sui fatti come se fossero quelli delle mie carte, e mi godo il processo, l'accertamento che rispetto all'episodio segue sempre il suo corso e vive di luce propria, spesso debole, quasi un eco di candela , ma propria... i testimoni sono il teatro senza biglietto, forse l'unico benefit dell'avvocato, quest'umanità sul palco spesso riceve contributi speciali dai giudici e dagli avvocati, veri e propri cammei. Come ieri quando il giudice ha detto:
- Avvocà ma il vostro cliente ha già diverse condanne definitive per reati simili, i reati piccoli si sommano... 
- Giudice lo so, ma ritengo che in questo caso difetti la prova... 
- Si si, avvocà difetta la prova, ma comunque diteglielo al vostro cliente che non si va in galera solo per estorsione! 
(26.10.12)

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