Il presepe è tradizione, anzi è famiglia. Ma soprattutto, per Chiara e Valentina, è la casa dei giochi. Quando abbiamo tirato fuori il presepe dalla scatola, le due furbe già si dividevano case, territori, pastori e animali. Poco dopo, nel muschio, il gruppo di pastori di Chiara stava schierato ed osservava dall'altro capo del presepe il gruppo di Valentina, quasi fossero Montecchi e Capuleti.
- Papà, uffà, però ci mancano due pastorelle coi capelli lunghi e biondi - esclama Valentina sconsolata.
- Due pastorelle coi capelli lunghi?
- Si, le principesse!
- Ma non esistono le pastorelle principesse! - obietto.
- Ma che dici? Esistono. Vedi? Una la dobbiamo mettere nella casa in alto, accanto la fontana, e l'altra nella casa in fondo, quella con il balcone. E poi ci servono le pentoline e i piatti per cucinare. E anche due cavalli bianchi. Li mettiamo nelle grotta. Così se arriva il principe possono andare a prendere le principesse e fare una passeggiata – mi spiega Chiara con pazienza.
Butto uno sguardo nella grotta e rimango perplesso: Gesù bambino sta già comodamente adagiato nella mangiatoia e sembra sbadigliare.
- Ma insomma Gesù bambino non è ancora nato, non lo potete mettere lì! – le rimprovero, cercando di richiamarle al disciplinare.
Valentina mi guarda imbronciata curvando verso il basso gli angoli della bocca, e Chiara mi attacca senza mezze misure.
- Papà, no, mi dispiace, ma Gesù bambino non te lo possiamo proprio dare. E' nostro figlio. Cioè è il figlio del re, ed è il fratellino delle principesse.
- Va bé, ci rinuncio – replico rassegnato – piuttosto perché San Giuseppe l'avete messo vicino alla bottega, accanto la gradinata?
- Papà, ma non capisci proprio niente, - mi corregge Valentina - quello non è San Giuseppe, è nonno che sta andando a vendere il pesce.-
Alzo le sopracciglia e penso, magari, con quello che costa il pesce.
- Papà, dai, allora ci compri le pastorelle principesse coi capelli lunghi? - insiste Chiaretta.
- Non se ne parla proprio – replico con fermezza – il presepe non è un gioco!
Mi guardano entrambe noncuranti e si rituffano nelle loro ludico passatempo fatto di pastori, pecore e muschio. Prima di uscire dal salone mi fermo ancora un attimo a guardarle intente sul presepe. Esco, sorrido, chiudo la porta, mentre la mia mente già percorre tutti i possibili negozi: due pastorelle principesse.
(23.12.12)
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