domenica 31 marzo 2013
Auguri mamma
Scrivere di morte è come
liberarsi dagli spettri, scagliarli più in là, a qualche metro, per
osservarli e sentirsi pacificato. Così scrivo di questo andare da
mia madre e di pensarla. Mentre cammino la immagino a casa sua, fuori
il porticato, con le mani nella terra di quel vaso grande a sinistra
del cancello, a mettere le begonie che come ogni anno vogliono dire
estate. Quando si gira la vedo sorridere e dire: - Prendi il
rastrello, aiutami, vedi c'è quella aiuola. - La immagino così,
scaldata dal sole, a qualche metro dall'ulivo abbracciato da un
asparagina bassa e da quattro fili teneri. La immagino coi capelli
bianchi, quelli che non le ho mai visti, e d'un tratto, senza
accorgermene sono davvero da lei, tra i fiori. Non devo più
immaginare, se non vederla, bella, anche sotto quella pietra, che
accarezzo e per la prima volta ho quasi voglia di abbracciare.
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