"Anche se è stato
un sonno breve, come questo di mezz'ora, dopo bisogna ricominciare
tutto da capo. Sono procedure normali della continuità, e seduto in
treno posso farle con delicatezza."
"Salto le righe,
rileggo la stessa frase senza accorgermene. Non riesco a distinguere
il ritmo delle parole dal ritmo del treno, dal ritmo del respiro,
finché il corpo non resiste alla gravità a anche la bocca scende
giù. Mi sono addormentato."
"Insomma lui viveva
per il gusto di fare esperienze, già da giovane; non aveva mai
impostato la sua vita proponendosi uno scopo ma come diceva lui
stesso nel divertirsi a vivere. Divertirsi a vivere non è lo stesso
che essere felici di vivere."
"Dico: -Non so. Una
volta ho letto che "scrivere non gli interessava", un'altra
che era "oltre il libro". Penso a tutto lo spazio che c'è
tra queste due cose, a quanta fatica si fa ogni volta per spostare
tutto al di qua o al di là. In mezzo potrebbe esserci uno scrittore
senza libri. Lui non è l'unico, è pieno di scrittori senza libri,
chissà quanti ce ne sono, anche adesso, in questo istante. Però lui
ha scritto, in modo sotterraneo, parallelo, quanto bastava, per far
capire che non avrebbe scritto. Per questo è lì, in quel centro. Ho
letto anche che quel centro non esiste, è il vuoto. Certe volte mi
sembra che non ci sia cosa più forte del vuoto, o del niente: taglia
ogni questione, la rende perfetta, motivata."
"Cambiava pelle
spesso, e qui anche stava la sua incapacità di realizzare;
dimenticava ciò che aveva fatto, non per un voler superare ma per
un lasciar cadere..."
"C'è sempre un
momento quando sono a largo in cui succede; non so quanto è profondo
qui, potrebbe esserci una secca o un basamento sottomarino, e magari
adesso nuotando col piede potrei toccare un metallo arrugginito,
un'ombra visibile e mossa, la punta di un'ala fracassata. Avvertirei
sotto la pelle tenerissima dei piedi lo spessore gelido di una
lamiera piena di buio, di una carlinga triste, piegata,; scivolerei
sul fianco di un relitto disperso, mai localizzato, dunque ancora con
tutti i resti o con quello che può restare dopo un'immersione così
prolungata..."
"Lei riprende:
-Vedere non è importante. E poi esiste il contrario: essere
invisibili, quando si è in un particolare stato d'animo, opachi, da
un'altra parte. Le è mai capitato?-"
"Sono fermo davanti
al treno di alluminio, con alle spalle un sole basso, di taglio. Non
sono mai stato così all'inizio, determinato e incerto. Aspettando
che le porte si aprissero ho cercato nella tasca il margine del
biglietto. Ho sollevato la borsa. Nell'altra mano tenevo il pullover,
con la delicatezza con cui si tiene un bambino."
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